giovedì 17 maggio 2012

La rivista Altroconsumo parla dei GAS


La rivista Altroconsumo ha pubblicato una inchiesta sugli acquisti fatti attraverso i GAS, Gruppi di acquisto solidale e non sempre i prodotti alimentari acquistati risultano alle analisi mantenere le promesse di salubrità e igiene. Il filmato è effettivamente molto critico con il fenomeno dei gruppi di acquisto solidale, pur riconoscendone l'importante valenza culturale e sociale.

I consumatori critici scelgono di acquistare prodotti a Km0 e possibilmente da colture biologiche o comunque a basso impatto ambientale, ma non sempre i fornitori dei GAS forniscono prodotti veramente biologici e incontaminati. Nell'esempio fornito da Altroconsumo, che si riferisce a un GAS del Lazio, in 3 campioni su 9 di uva sono stati rilevate tracce di pesticidi non ammessi in coltura biologica; oppure alcuni latticini sono stati aquistati come bio ma senza avere l’etichettatura conforme; nel caso della carne i tagli non erano proprio perfetti.

Ne dobbiamo dedurre che acquistare tramite i GAS non garantisce quanto i consumatori si aspettano ?

Assolutamente no, semplicemente occorre fare molta attenzione alla scelta dei produttori, che dovrebbero essere costantemente sottoposti a verifiche di conformità utilizzando il "codice etico" che ogni gas normalmente adotta.

Rispetto al supermercato, la spesa di un Gas permette di ridurre il numero di imballaggi e quindi di materiale da smaltire. Certi alimenti però, come ad esempio patate o carote, potrebbero essere sporchi di terra, e quindi andrebbero venduti separati in sacchetti di carta o puliti accuratamente per evitare indesiderate contaminazioni. La carne meglio se arriva in confezioni sigillate sottovuoto. Le etichettature dovrebbero indicare sempre in modo chiaro le caratteristiche dei prodotti.

Infine, la cosa più importante, visitare spesso i produttori, conoscere personalmente come lavorano, come trattano i loro campi e il loro bestiame. Quando il gasista non si limita solo all'atto dell'acquisto ma decide di approfondire la conoscenza del proprio produttore, è possibile raggiungere un livello di fiducia e di trasparenza sconosciuto alla grande distribuzione, altrimenti si finisce solo per imitare la distribuzione convenzionale, con tutti i rischi connessi sulla salubrità dei prodotti che acquistiamo.


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