venerdì 10 febbraio 2012

Incapaci di difenderci davanti agli eventi naturali

Così, all'improvviso, l'intera Italia ma la Romagna in particolare si è trovata ricoperta da una spessa coltre nevosa, manco fossimo in Lapponia. Immediatamente ci si interroga sui disagi e su come evitarli, come fare a portare i bambini a scuola ? Come fare per le provviste ? E la scuola di ballo, la palestra, il ristorantino del sabato sera, devo proprio saltarlo ? L'effetto di smarrimento però dura poco, lentamente ci si abitua alla "nuova normalità" e si scopre una cosa che avevamo oramai dimenticato: "Si può vivere con lentezza e i vicini di casa esistono!". Si perché, abituati ad una vita frenetica fatta di consumi illimitati e dissennati, abbiamo dimenticato di vivere in una comunità, superflua forse quando disponiamo di tutto ciò che ci serve, indispensabile quando emergono le prime difficoltà. E allora ecco che i condòmini, che prima si guardavano in cagnesco anche solo per banali motivi di parcheggio, adesso li vedi a scambiarsi la pala per liberare assieme il selciato. Si riscopre cosa significa solidarietà, socialità, aiutarsi l'un l'altro per fare fronte a una difficoltà comune. La differenza fra la Romagna e quanto è successo a Roma, ad esempio, è ECLATANTE. A Cesena la neve ha superato abbondantemente il metro, e tutto sommato si riesce a resistere, pur con qualche evidente difficoltà, a Roma appena 20 cm hanno mandato tutto completamente in tilt. Quseto non tanto perché sono disorganizzati, quanto perché a nessuno viene in mente di rinunciare all'auto, chiunque persevera nel voler continuare la vita al quale è stato abituato; il risultato è quello di passare il tempo a maledire e imprecare contro il comune che non ha mezzi sufficienti per fronteggiare una nevicata (che a Roma, come si afferma nella bella intervista a Luca Mercalli, capita circa ogni 20 anni!). Eccolo allora il distillato del pensiero gasista, coltivare e fare affidamento su una rete sociale e solidale in grado di renderci resilienti anche ad avvenimenti un po' avversi come quello di una nevicata improvvisa. Rimbocchiamoci quindi le mani e aiutiamo a spalare, perché se non ci diamo da fare per socializzare e saper convivere con queste piccolezze momentanee, non so proprio cosa potrà mai capitarci nel momento in cui una vera crisi arrivasse davvero.  [PaoloMarani]

giovedì 2 febbraio 2012

Il bastone e la carota (marcia)

La testimonianza esclusiva di una “gasista” siciliana sul Movimento Forconi

Dai libri di storia a scuola ai racconti dei nostri nonni, l'idea con la quale siamo cresciuti pensando agli scenari di guerra è quella di città desolate, saccheggiate, assediate, i cui abitanti sono prigionieri "in casa propria", poveri ed affamati. Ma tutto ciò, le generazioni italiane degli ultimi cinquant'anni, lo hanno visto solo attraverso lo schermo di un computer o di un televisore. In Sicilia, così come nel resto d'Italia, ormai da troppo tempo è diventata consuetudine l'accaparramento selvaggio delle preziose risorse a nostra disposizione a favore degli interessi personali di chi "gestisce" la cosa pubblica, a corollario di una diffusa corruzione. E tutto il respiro che viene tolto alla democrazia va a gonfiare un palloncino che presto o tardi finirà per esplodere. In Sicilia è esploso. Peccato però che ci sia stato un "effetto boomerang" e la potenza dell'esplosione si sia rivolta contro noi stessi. Perdendo così un'importante occasione. Come un'onda d'urto, o per meglio dire una "Forza d'Urto", così come si chiama il movimento che si è posto a fianco dell'associazione degli autotrasportatori (AIAS), capeggiata da Richichi e il Movimento dei Forconi, guidato da Mariano Ferro: carismatico, conquista la folla mobilitando centinaia di siciliani al suo seguito, sventolando il bastone con la carota. Carota che però si è presto rivelata sporca e marcia. (Leggi tutto l'articolo.)

[Ramona Commendatore – SofistiGas, Lentini, SR]